Chi possiede un cane conosce benissimo il piccolo trauma quotidiano che si prova quando il padrone esce di casa per andare in ufficio o in azienda: l’animale sa che il suo padrone sarà fuori tutto il giorno e lui resterà privato della sua presenza per parecchie ore, spesso rimanendo solo nell’abitazione o in giardino. Anche l’essere umano soffre per la prolungata assenza dell’animale al quale è affezionato. Ma questo distacco è proprio inevitabile? Si può portare il cane in ufficio?
Alcune aziende all’avanguardia, non solo private ma anche pubbliche, riconoscono il benessere che il cane porta all’uomo e, perciò, ammettono la sua presenza nei luoghi di lavoro; non certo in modo indiscriminato, ma con le cautele e le prescrizioni che ti descriveremo. Ci sono studi scientifici che dimostrano che la presenza del cane sul luogo di lavoro abbatte lo stress, migliora l’umore e le relazioni ed aumenta anche la produttività dei dipendenti, soprattutto perché evita il senso di colpa di chi ha lasciato il proprio cane da solo a casa e così è più concentrato sui compiti da eseguire, senza pensieri distraenti e dolorosi.
Insomma, sembra dimostrato che i lavoratori stanno meglio se hanno il cane vicino, e conviene anche alle aziende permetterlo ove è possibile. Ora ti spiegheremo quando, dove e come si può portare il cane al lavoro in sicurezza e nel rispetto delle norme di legge e aziendali.
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Attualmente, in Italia, non esiste una normativa specifica per disciplinare la presenza dei cani nei luoghi di lavoro. Ciò non significa affatto che i cani possano essere portati senza regole in qualsiasi ufficio, azienda o stabilimento. Occorre, invece, fare riferimento:
Il dipendente che viola le regole stabilite dai codici di condotta aziendale relative all’accesso e alla tenuta dei cani nei luoghi di lavoro – ad esempio, introducendo il cane di nascosto dove non è consentito – è passibile di procedimento disciplinare, dunque può ricevere una sanzione, come il rimprovero o la sospensione. La tutela delle condizioni di lavoro, su cui il datore deve vigilare, deve anche considerare l’eventuale presenza di colleghi allergici al pelo dell’animale o di persone che potrebbero essere impaurite o infastidite dalla sua presenza.
Quando l’accesso dei cani nei luoghi di lavoro è consentito, oltre ai regolamenti aziendali occorre sempre rispettare le prescrizioni impartite dal ministero della Salute [1], concernenti la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani. Infatti, questi animali domestici, anche se sono normalmente tranquilli e affettuosi nei loro comportamenti abituali, possono diventare pericolosi in qualsiasi occasione. Perciò, è previsto che i cani, anche quando si trovano nei luoghi di lavoro, debbano essere:
Il proprietario del cane è sempre tenuto a garantire il benessere e il controllo dell’animale, anche quando lo porta sul luogo di lavoro, ed è responsabile dei danni provocati a persone o cose dall’animale (ad esempio, se morde un lavoratore o un utente, se rovina arredi o rompe macchinari).
Per questo motivo alcuni datori di lavoro chiedono ai proprietari dei cani, come condizione necessaria per farli accedere in ufficio o in azienda, di stipulare una polizza assicurativa di responsabilità civile per coprire gli eventuali danni causati dai cani dei dipendenti ad altri lavoratori o a terzi. Alcune aziende chiedono anche il possesso del patentino di buon conduttore cinofilo, che si ottiene dopo aver frequentato un corso presso le associazioni autorizzate dall’Enci (Ente nazionale per la cinofilia italiana).
fonte LA LEGGE PER TUTTI
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