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Passeggiate con il cane per i pazienti con tumore al polmone

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Fatigue e disturbi dell’umore possono essere affrontati grazie all’esercizio fisico.
A Torino, parte il progetto Impera che usa la pet therapy per migliorare la qualità di vita dei malati

ARIA aperta, moderato esercizio fisico, affetto per gli animali e condivisione di un’esperienza di svago insieme ad altri pazienti. A partire dal 25 marzo, nel Parco del Valentino a Torino, i malati di tumore al polmone potranno fare delle passeggiate di un’ora con dei cani addestrati. È il progetto di pet therapy “Impera” promossa da WALCE Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe – Donne Contro il Tumore del Polmone in Europa) in collaborazione con Te.C.A. (Centro Studi Terapie Con Animali) e grazie al contributo non condizionato dell’azienda farmaceutica Boehringer Ingelheim). L’obiettivo è quello di migliorare la qualità di vita per cercare di agire positivamente su depressione, fatigue, stanchezza, ansia, disturbi del sonno e dell’umore, che colpiscono fino al 70% di questi pazienti. “Nelle persone colpite da tumore polmonare, il sintomo acuto più frequente, prima e dopo il trattamento, è la fatigue, cioè uno stato di stanchezza profonda e prolungata”, afferma Silvia Novello, presidente di WALCE Onlus, Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Torino e Responsabile Oncologia Polmonare all’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano. “La fatigue raramente è descritta come un sintomo isolato, spesso è associata ad ansia, stress, depressione e disturbi del sonno, con un conseguente notevole impatto negativo sulla qualità di vita e sull’adesione alle terapie”.

Gli effetti dell’esercizio fisico

L’insieme di queste condizioni sono frequenti soprattutto nei pazienti trattati radicalmente per tumore polmonare, sia con chirurgia sia con trattamenti associati di chemioterapia e radioterapia, con un’incidenza che varia dal 50 al 70% dei casi. “L’unico intervento che ha dimostrato prove solide di efficacia sulla riduzione della fatigue è l’esercizio fisico, che si è rivelato efficace anche nella riduzione dei livelli di ansia e depressione”, sottolinea Novello. “La maggior parte dei pazienti non è stimolata a svolgere attività fisica in modo spontaneo. E, purtroppo, non sono disponibili linee guida formali per la riabilitazione post-chirurgica o post-chemioradioterapica, che comprendano il miglioramento di sintomi residui come la fatigue. Da qui nasce il nostro progetto, basato sulle evidenze della pet therapy come strumento di potenziamento dell’attività fisica nei pazienti con tumore del polmone. Vogliamo cioè stimolarli a svolgere movimento all’aperto, in un ambiente extra-ospedaliero”.

La pet therapy

Il Ministero della Salute ha riconosciuto la validità scientifica delle terapie con animali nel 2003, ma già dal 1997 ha iniziato a sostenere diverse sperimentazioni rivolte a persone con disturbi cognitivi, comportamentali e psicologici. “La pet-therapy si caratterizza per l’empatia e l’interazione tra l’animale e la persona sofferente”, spiega Paolo Guiso, Medico Veterinario, Direttore S.S. Igiene Urbana Veterinaria Asl TO5 e Responsabile scientifico di Te.C.A. “I risultati più evidenti appaiono nei pazienti adulti affetti da patologie neurologiche progressive, malattie cardiovascolari e nei bambini colpiti da autismo o da deficit cognitivi. I risultati terapeutici associati all’attività di assistenza agli animali sono il miglioramento della socializzazione, la riduzione dello stress, dell’ansia, della solitudine, il miglioramento dell’umore, del benessere generale e lo sviluppo delle abilità ricreative. La relazione tra il paziente e l’animale mira a restituire al malato autostima, sicurezza, capacità relazionale e, in molti casi, permette di riacquisire abilità psicologiche e motorie perse a causa della sofferenza”. Gli animali adatti alla pet therapy sono quelli domestici, affiancati al paziente dopo aver superato severi test che ne attestino lo stato sanitario, le capacità e le attitudini. “L’animale per eccellenza in questo tipo di terapie è il cane. Il benessere derivato dalla sua presenza è, infatti, generale e ha basi chimiche e fisiche: il suo affetto stimola l’organismo a produrre endorfine, inducendo uno stato di tranquillità e rilassatezza”, afferma Barbara Picco, Presidente di Te.C.A.

Il progetto

Al progetto “Impera”, realizzato con il contributo non condizionato di Boehringer Ingelheim, potranno partecipare 20 pazienti con tumore del polmone trattati radicalmente con chirurgia, comprese le persone in corso di trattamento adiuvante, cioè successivo alla chirurgia, con chemioterapia e radioterapia, e include anche i loro familiari e amici. “L’obiettivo del progetto è la valorizzazione dell’impiego della pet therapy nei pazienti attraverso l’incentivazione all’attività fisica, che migliora la fatigue e la qualità di vita del paziente, e di conseguenza ansia, depressione e qualità del sonno”, spiega Simona Carnio, Medico Oncologo all’Ospedale San Luigi di Orbassano.

Il tumore al polmone

Il tumore del polmone resta il principale big killer nel nostro Paese. La sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi infatti è ancora scarsa, pari a circa il 16%. La chirurgia, seguita dalla chemioterapia e radioterapia, costituisce un’arma molto efficace negli stadi iniziali. “Purtroppo, il 60-70% delle diagnosi avviene in fase avanzata: in questi casi, oltre alla chemioterapia, oggi vi sono trattamenti che permettono di controllare la malattia migliorando la sopravvivenza a lungo termine”conclude Novello. “In particolare, in presenza di specifiche mutazioni geniche, possono essere utilizzate terapie a bersaglio molecolare. E l’immuno-oncologia, che potenzia il sistema immunitario dei pazienti, sta evidenziando risultati importanti in prima linea, in pazienti che un tempo disponevano della chemioterapia come unica opzione”.