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Dolomiti Emergency continua a crescere

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Il 2020, nonostante la pandemia, si chiude con ottimi risultati (oltre 2.000 nuovi iscritti negli ultimi mesi). Un nuovo progetto di sperimentazione per assicurare stagionalmente un secondo elicottero in servizio in provincia

Oltre 2.000 nuovi iscritti solo negli ultimi mesi, progetti formativi che hanno coinvolto molti soggetti e un sito internet rinnovato. Così come si rinnova la disponibilità a sostenere le realtà che, a vario titolo, sono impegnate nell’assicurare la sicurezza di chi frequenta la montagna e non solo. Dolomiti Emergency continua a crescere. Lo ha evidenziato Laura Menegus, presidente della Onlus, nella recente assemblea. «Si chiude un altro anno», ha detto, «e devo dire che sono molto soddisfatta perché abbiamo ottenuto ottimi risultati nonostante la pandemia».
Ora sono 14.500 gli iscritti a Dolomiti Emergency. «Senz’altro un bel numero», ha aggiunto Menegus, «se consideriamo che siamo partiti 5 anni fa con 9.000 soci ordinari».

Come sempre l’assemblea è servita anche a illustrare i bilanci. Pur non avendo aumentato la quota associativa, i ricavi dal 2015 sono passati da 250.000 a 408.000 euro (21.000 in più rispetto all’anno precedente). «Abbiamo avuto un utile di 191.000 euro», ha proseguito Menegus, «che intendiamo utilizzare interamente per contribuire al progetto di sperimentazione per inserire stagionalmente un secondo elicottero in provincia. Nei prossimi mesi ne svilupperemo l’organizzazione per far capire alla Regione la necessità di un secondo mezzo nei periodi di maggior afflusso in ambiente montano. L’idea è quella di creare con il Soccorso alpino una struttura di supporto al Suem, ma autonoma e più snella, soprattutto per la sperimentazione, a seguito della quale verrà creato un modello da fornire in Regione, affinché serva da base per la realizzazione di un servizio permanente analogo a quello dell’Alto Adige».

«Sono molto soddisfatta che Dolomiti Emergency sia artefice della possibilità che questo progetto riesca a ripartire. Non scopriamo niente di nuovo. Già con mio padre all’inizio degli anni ’90 avevano fatto una sperimentazione, mi pare per due anni di seguito per i due mesi estivi, mettendo un secondo elicottero con base a Cortina d’Ampezzo. Poi nell’ambiente se ne è sempre riparlato, ma senza che siano state fatte poi attività concrete, se non qualche studio di fattibilità sugli eventuali costi». ha continuato Menegus. «Abbiamo così deliberato all’unanimità perché secondo noi è fondamentale per aumentare la sicurezza sul territorio ed il servizio ai residenti e agli ospiti. Avendo due mezzi a disposizione si potrà garantire un servizio più efficace e capillare non dovendo centellinare l’unica risorsa a disposizione, soprattutto nei periodi di maggiore richiesta di intervento. Il secondo mezzo consentirebbe di coprire interamente la fascia oraria dall’alba al tramonto, evitando periodi scoperti, come per esempio accade dalle 5 alle 9 di mattina».

«Nel 2020 le attività purtroppo si sono ridotte», ha aggiunto la presidente. «Parliamo dei corsi Blsd, che hanno portato dal 2015 a oggi alla formazione di 2.507 persone, di cui 137 quest’anno, grazie a 151 percorsi. C’è poi la collaborazione con le scuole: in questi anni il progetto “1.2.3. soccorso” ha consentito di formare 5.541 studenti, 20.480 familiari in più in 129 scuole dell’intera provincia di Belluno. L’anno scorso il Covid ci ha un po’ rallentato e la formazione è stata indirizzata solo a 486 dei 1.180 ragazzi previsti in 9 scuole anziché 23».

Dolomiti Emergency pensa anche alla comunicazione, per far conoscere la realtà a un pubblico sempre più vasto. Per questo ha modificato il proprio sito nella parte esterna ed è stata presente ad eventi e sui social network. Da segnalare anche il bando che scadrà a fine mese per due borse di studio in memoria di Dario, Fabrizio, Marco e Stefano, i quattro angeli di Falco.

«Abbiamo continuato a distribuire le nostre brochure anche in lingua inglese», ha messo in risalto la presidente, «e ad attivare insieme all’Ulss Dolomiti, al Suem, al Soccorso Alpino Bellunese, al Cai Veneto e alle Guide Alpine Veneto (prima volta insieme in un unico logo) il numero verde per la montagna sicura presso la centrale operativa del Suem, per fornire informazioni all’utente per cercare di prevenire maggiormente eventuali incidenti e per fare in modo che ne traggano beneficio sia i fruitori sia chi deve segnalare ad esempio una frana o un sentiero danneggiato».

Ulteriori traguardi raggiunti in 5 anni sono la crescita delle donazioni del 5×1000 da 23.000 a 50.500 euro. «Credo perché siamo molto trasparenti», ha commentato Menegus. «L’anno scorso l’abbiamo interamente devoluto alla sanità provinciale sul conto dedicato al Covid non appena attivato».

Infine dalla presidente un ringraziamento: «A tutti quelli che hanno collaborato attivamente con l’Associazione, in particolare il consigliere Dimitri De Gol per l’aiuto sul nuovo progetto di sperimentazione, il resto del Direttivo, il Collegio dei revisori e la segreteria».

fonte L’Amico del Popolo